Q&A: Conte particellari e Monitoraggio Microbiologico nell’Annex 1

L’Annex 1 “Manufacture of Sterile Medicinal Products” contenuto nelle GMP Europee e pubblicato nel 2022 nella sua versione finale, illustra i requisiti di produzione per i farmaci sterili fabbricati e importati nell’UE.

Nella produzione farmaceutica, è fondamentale gestire la presenza di particelle sia vitali che non vitali. I criteri per sorvegliare l’ambiente rimangono principalmente invariati rispetto alla versione draft dell’Annex 1. Le modifiche apportate nella versione finale del documento riguardano principalmente il rilievo dell’importanza del controllo strategico, ottenuta tramite un maggiore allineamento con altre regolamentazioni esistenti. Inoltre, sono stati potenziati gli elementi come la strategia di controllo della contaminazione (CCS), la guida allargata sulla classificazione, la sorveglianza delle aree sterili e la definizione di rischio di qualità (QRM). Questi aspetti continuano a rappresentare i pilastri principali per stabilire processi, operazioni e limiti relativi al monitoraggio microbiologico.

Particle Measuring Systems (PMS) ha recentemente ospitato un webinar sul nuovo Annex 1 2022 Revision. Di seguito alcune risposte alle domande fornite dall’esperto del settore Mark Hallworth in merito al monitoraggio ambientale e alle conte particellari.

1. C’è bisogno di un campionamento in continuo di particelle non vitali (NVP) nelle aree di grado C/D? (ad esempio, dove avviene la produzione, o collegate a stanze/cappe di grado B)

Non vi è alcun requisito specifico del regolamento che indichi di inserire un dispositivo di controllo in continuo in queste aree, sebbene abbiamo esempi in cui sono stati installati. Queste aree sono normalmente monitorate da operatori che si spostano da un luogo all’altro utilizzando una strumentazione portatile. Il campionamento portatile, sebbene utilizzi il personale interno all’azienda, ha comunque un costo legato al tempo/uomo impiegato per svolgere l’attività di campionamento.
Molte di queste aree, invece, possono essere coperte da 1 o 2 sensori fissi, consentendo agli operatori di concentrare i propri sforzi nello svolgimento di altre operazioni.

2. È necessario disporre di un sistema di monitoraggio in continuo per le particelle nelle aree di Grado A se possiamo giustificare nel CCS/QRM che non è necessario un sistema in continuo?

Se ci sono prove sufficienti, supportate da una valutazione del rischio, che dimostrano che i parametri che possono influenzare negativamente la qualità del prodotto finito non sono influenzati, allora potrebbe non essere necessario un monitoraggio continuo. Tuttavia, alcune volte, gli ispettori potrebbero richiedere una quantità significativa di prove per essere convinti di questa situazione, congiuntamente a un piano di qualità che possa difendere questa posizione. La ragione di fondo risiede interamente nella strategia di controllo della contaminazione (CCS). Implementare l’approccio Quality by Design (QbD) in un processo con molte variabili può comunque essere un compito difficile da dimostrare.

3. Sulla base del nuovo Annex 1, è ora necessario eseguire la (ri)classificazione In-Operation con il conteggio delle particelle per il grado D?

La classificazione annuale dovrebbe essere eseguita per tutte le aree. Questa attività annuale consente uno studio di base dei locali indipendentemente dal rischio e assicura essenzialmente che la stanza soddisfi i suoi criteri di progettazione. I test vengono eseguiti in più posizioni all’interno dell’area non limitandosi solo a quelle selezionate e definite in fase di valutazione del rischio. Se ci sono particolari attività note che contaminano potenzialmente l’aria, queste possono essere incluse come parte della classificazione. Dovrebbero, tuttavia, far parte della valutazione del rischio e si dovrebbe definire quando deve essere eseguito il monitoraggio.

4. Possiamo approfondire il tema sulle tecnologie BFS indicate nell’Annex 1 per quanto concerne le particelle e la qualità microbica dell’aria?

L’Annex 1 menziona due tipi principali di apparecchiature Blow-Fill-Seal (BFS): quelle con un meccanismo a navetta e quelle che utilizzano un meccanismo rotante. In entrambi i casi, si intende che il riempimento primario sia eseguito in un ambiente di Grado A e la macchina stessa sia collocata almeno in un locale di Grado C.

Il “plenum” associato ai meccanismi della navetta deve essere monitorato continuamente per i livelli di contaminazione microbica e particellare definiti nella CCS del sito. Sebbene si tratti idealmente di un monitoraggio continuo, questa frequenza può essere modificata se giustificata da dati e prove scientifiche. Gli impianti sono sostanzialmente liberi da interventi da parte dell’operatore (a meno che non si verifichi un evento catastrofico) ed è necessario accedere al “plenum” per eseguire il monitoraggio. Molti sistemi di questo tipo utilizzano porte per il campionamento e per il monitoraggio di routine, e queste porte possono essere adottate per un uso più continuativo.

I meccanismi di tipo rotativo sono leggermente diversi: non c’è il “plenum”, e l’aria del “parison” è altresì l’aria della guaina. È molto comune monitorare continuamente l’ambiente in questa stanza per dimostrare che le condizioni si mantengano uniformi nel tempo. Inoltre, è comune definire livelli di allerta più rigorosi per essere in grado di reagire prima che si verifichino eventi straordinari. L’aria di processo deve essere monitorata.

5. Qual è l’applicabilità dell’Annex 1 ai fabbricanti di dispositivi medici?

Gli standard GMP sia per i dispositivi medici che per i prodotti sterilizzati terminalmente rappresentano ancora un’area grigia non chiaramente normata, per cui si cerca di utilizzare gli standard pertinenti, con l’obiettivo di dimostrare il controllo della contaminazione delle camere bianche.

Per i dispositivi medici, il tasso di sterilizzazione terminale garantisce che un numero noto di microbi di superficie venga ridotto a un livello accettabile e che, se fabbricati in uno spazio pulito e controllato, la pulizia aggiuntiva richiesta sia ridotta. Man mano che gli standard cambiano, anche gli utenti secondari dello standard dovranno spostare i propri obiettivi. I limiti e l’interpretazione della guida sono molto simili a quelli delle revisioni rilasciate in precedenza. L’unica sfida aggiuntiva potrebbe essere la mappatura del carico microbiologico nelle camere bianche, per rafforzare il CCS, anche se rivedere il controllo della contaminazione non è mai una cattiva pratica da eseguire.

6. Le calze devono essere cambiate quando si entra nel nucleo asettico?

Citando l’Annex 1, il capitolo 7.14 recita “[…] Gli indumenti da esterno, compresi i calzini (diversi dalla biancheria intima personale), non devono essere portati negli spogliatoi che conducono direttamente alle aree di grado B e C [….]”. Dunque, gli abiti “da strada” non dovrebbero entrare nel nucleo asettico, nè durante la vestizione nel grado A/B. Significa forse che i calzini, come i camici, richiederanno servizi di lavanderia? Questo non è stato ancora chiarito.

7. Durante il riempimento asettico, dovremmo prelevare un campione dai guanti RABS dopo ogni intervento?

Non è buona norma, perché il guanto rimane all’interno del RABS. Al termine del riempimento, invece, il test dei guanti deve essere eseguito come parte del normale test delle superfici critiche.

8. Cosa si intende per “efficienza di recupero” nella sezione 9.29 dell’Annex 1?

Questo argomento è aperto a diverse interpretazioni. Quando pensiamo al recupero microbiologico dobbiamo capire la differenza tra le tecniche: tampone floccato vs tampone filato, piastra vs tampone, membrane RMM vs piastra e transito dei campioni nella strumentazione RMM. Indipendentemente dalla tecnica scelta, dovrebbe essere individuata la tecnica più adatta per l’applicazione e, conseguentemente, rivista l’efficienza di recupero dei microrganismi rispetto ai metodi tradizionali o alternativi. È necessario determinare se il metodo scelto offre il risultato più adatto per il processo.

9. L’Annex 1 fa riferimento alla norma ISO 14644 che afferma che il test di recupero non è raccomandato per le aree classificate ISO 8 e 9? Ciò sarebbe leggermente in contraddizione con il requisito dell’Annex 1?

Il test di recupero dimostra che il tasso di ricambio dell’aria è sufficiente per diluire le particelle fino a una soglia accettabile. Queste particelle, se applicate a uno standard industriale come la classificazione ISO, si applicano a una vasta gamma di settori.

Per la produzione asettica, la garanzia che le stanze siano in grado di funzionare secondo i criteri di progettazione richiesti garantisce che la contaminazione non venga portata oltre il confine della stanza per compromettere spazi più puliti. Nell’Annex 1 si fa specifico riferimento allo standard ISO 14644 come riferimento per migliorare i requisiti in base alle esigenze specifiche del settore.

10. Le piastre di sedimentazione sono necessarie per le aree di grado B/C/D? C’era una warning letter da parte della FDA riguardo alla mancata inclusione della piastra di sedimentazione nel programma di Environmental Monitoring (EM).

Secondo la guida della FDA sulla produzione asettica, l’uso di piastre di sedimentazione per il monitoraggio è facoltativo per il monitoraggio di routine. L’osservazione nella Warning Letter potrebbe essere stata che, come parte dell’intero programma EM, non sono stati presi in considerazione i dati della piastra di sedimentazione. I dati della piastra di sedimentazione sono diversi dai dati del monitoraggio attivo dell’aria; durante il campionamento con piastra di sedimentazione non vi è alcun impatto durante la raccolta del campione e, pertanto, gli organismi delicati potrebbero non sopravvivere al campionamento attivo ma potrebbero sopravvivere al campionamento passivo. Potrebbe non essere necessario eseguire dei test giornalieri, ma dovrebbe essere previsto nel programma per dimostrare che tutte le variabili sono state considerate, anche solo per dimostrare l’esclusione dal programma EM.

Articolo a cura della Dr.ssa Cristina Da Valle
GxP Compliance Expert Adeodata srl


Fonte:

Particle Measuring System: Annex 1 Domande Frequenti

Le cGMP nel laboratorio QC microbiologico – parte 2

Sconto del 15% per iscrizioni anticipate
(entro 30 giorni dalla data dell’evento)
Sconto del 20% dal secondo iscritto della medesima azienda

A chi si rivolge

Il seminario si rivolge agli operatori e ai responsabili del Laboratorio Controllo Qualità microbiologico, che si occupano di eseguire e supervisionare le attività di analisi e al personale di QA chiamato a eseguire gli audit e valutarne i risultati.

Programma

Il corso illustrerà le modalità di attuazione delle normative relative alle principali e quotidiane attività svolte nel Laboratorio di microbiologia. 

Dopo un richiamo ai requisiti EU GMP e un aggiornamento sulle ultime novità, saranno approfonditi gli aspetti più rilevanti della gestione del Lab QC microbiologico, dei monitoraggi ambientali e della WFI.

I partecipanti acquisteranno strumenti indispensabili per garantire la qualità delle analisi e un’efficace applicazione delle GMP.
L’incontro sarà un occasione di discussione delle maggiori problematiche legate alle attività del Lab. QC microbiologico.​

Si ricorda che le iscrizioni chiudono 7 giorni lavorativi prima dell’evento

Principali argomenti in agenda

  • Presentazione del Docente e introduzione al corso​
  • Il personale​
  • Locali e attrezzature ​
  • Monitoraggio ambientale​
  • Monitoraggio dell’acqua WFI​
  • Gestione ceppi batterici/identificazioni​
  • Test di sterilità-LaL test-carica microbica​
  • Disinfettanti​
  • Documentazione​
  • Domande e risposte​
  • Questionario di verifica dell’evento formativo​

POLICY DI CANCELLAZIONE
Non è possibile annullare gratuitamente la propria iscrizione dopo il ricevimento della email di CONFERMA dell’evento. Trascorso tale termine, sarà addebitata l’intera quota di iscrizione.
L’eventuale disdetta di partecipazione dovrà essere comunicata in forma scritta.
In qualsiasi momento sarà possibile sostituire il nominativo dell’iscritto con altro nominativo purchè questo venga comunicato via posta elettronica almeno 1 giorno prima della data dell’evento.

Audit al Magazzino: i consigli dell’auditor (2/2)

A cura del Dr. Daniele Carraro, GMP specialist di Quality Systems srl


Qui la prima parte dell’articolo

https://qualitysystems.it/audit-al-magazzino-i-consigli-dellauditor-1-2/

I magazzini di un’azienda farmaceutica, di una azienda chimico-farmaceutica, o di qualsiasi fornitore dell’indotto farmaceutico (eccipienti, packaging, materiali ausiliari, ecc.) sono, a tutti gli effetti, locali che influiscono pesantemente sulla “catena GMP” che i titolari di autorizzazioni al commercio di medicinali sono tenuti a rispettare al fine di assicurare la sicurezza, l’efficacia e la qualità dei prodotti finiti. 
Nei magazzini sono conservati, ed attraverso di essi transitano, tutti i componenti in entrata e tutti i prodotti finiti in uscita.
Aspetti quali la segregazione, le condizioni climatiche, la pulizia e l’ordine sono vitali per garantire la continuità dello standard qualitativo con il resto dell’azienda. 

Alla luce di questo, i magazzini costituiscono sempre un ambiente di fondamentale interesse per un auditor, sia che si tratti di un esercizio di self-inspection, sia che si tratti di un audit di seconda parte che un’industria farmaceutica esegue presso un fornitore o un terzista. 

L’intento di questo articolo è quello di fare un breve ripasso degli aspetti fondamentali che non possono essere tralasciati durante l’ispezione di un magazzino, e di dare alcuni suggerimenti per un audit efficace, ottenendo il massimo delle evidenze nel minor tempo possibile.
Si ipotizzerà un classico audit “orizzontale”, che segue l’ordine della sequenza delle operazioni; ciò non toglie che, per specifici motivi, o per spiazzare l’auditee, si possano scegliere altre modalità di audit (per processi, ad esempio concentrandosi sul flusso in-out tra magazzino e produzione). 

Per la trattazione ci concentreremo sui magazzini di produttori di farmaci. 

Monitoraggio ambientale

Allontanatici dall’area di ricezione, dedichiamoci ad un altro aspetto estremamente importante di un magazzino: il mantenimento ed il monitoraggio delle condizioni termo-igrometriche. 
Non esistono soluzioni ideali, ogni scelta deve essere fatta tenendo conto della tipologia di materiale o di prodotto finito che si stocca.
Magazzini, ad esempio, dedicati allo stoccaggio di materiali di confezionamento primari possono non richiedere nessun controllo della temperatura o dell’umidità relativa, mentre per prodotti finiti, ovviamente, le condizioni termiche ed igrometriche sono quelle dettate da ciò che è riportato nei documenti regolatori. 

Vi è anche una questione semantica da chiarire.
Temperatura “controllata” e temperatura “monitorata” sono due cose diverse.
Nel primo caso significa che sono in funzione sistemi attivi di trattamento dell’aria (HVAC) in grado di portare la stessa alle condizioni di temperatura e/o di umidità richieste.
Il monitoraggio va invece inteso come la sola registrazione delle condizioni termo-igrometriche rilevate dalle sonde, poiché si ritiene che variazioni contenute di questi parametri non comportino impatti qualitativi al materiale stoccato.
Potete quindi trovare situazioni di magazzini “controllati e monitorati” o solamente “monitorati”.
Dovrete accuratamente valutare il razionale della scelta che vi viene presentato. 

Gestione degli allarmi

I sistemi di monitoraggio sono poi quasi sempre connessi con un sistema di allarme. Ci si attende quindi la presenza di allarmi sonori e visivi sul campo e, cosa ultimamente molto diffusa, allarmi inviati in remoto (sms o e-mail) ad un addetto per gestire eventuali escursioni termiche o igrometriche durante i periodi di assenza del personale.

Una cosa da verificare sempre è a chi arrivano gli allarmi e cosa può fare tale persona. 
Affinché un allarme in remoto possa essere gestito servono due figure: un tecnico in grado di metter mano all’impianto di trattamento dell’aria, e una persona qualificata (nel QA, o il responsabile del magazzino, ad esempio) che possa prendere delle decisioni. 
Se manca una di queste due figure l’allarme non è veramente gestito: chi ha la conoscenza tecnica per eseguire interventi di riparazione, potrebbe non avere la competenza per capire se intervenire o no; chi ha la responsabilità sulla qualità di ciò che è stoccato non è in grado di intervenire tecnicamente.
E magari sono entrambi in ferie… in definitiva: con un paio di domande potete capire se l’allarmistica in remoto è realmente gestita oppure no. 

La mappatura termica

Altro aspetto importante legato alle condizioni climatiche del magazzino, e da non sottovalutare, è la mappatura termica.
Consiste in un semplice ma oneroso esercizio di posizionamento di un numero estremamente alto di sonde termo-igrometriche all’interno del magazzino, e di misurazione di tali parametri per un certo periodo di tempo.
A cosa serve la mappatura? In primis a verificare che durante la convalida non vi siano state escursioni inattese (e quindi a “convalidare” il sistema di controllo del magazzino).
Poi, a definire le posizioni “worst case” (almeno la più calda e la più fredda) che saranno monitorate in continuo.

L’auditor si aspetta che: 

  • La mappatura termica sia eseguita sia nei mesi più caldi che nei mesi più freddi, 
  • Che tale mappatura abbia una durata significativa per evidenziare eventuali oscillazioni (una mappatura termica da un giorno non ha nessun senso), normalmente una o due settimane, 
  • Che sia rieseguita periodicamente, o almeno ad ogni modifica del layout del magazzino. 

Quanto detto sulla mappatura termica del magazzino generale, vale esattamente anche per le celle fredde del magazzino. 

Conclusioni

Molte altre cose si potrebbero dire di un magazzino, ma il bello di un audit è anche quello di lasciare spazio alla creatività e all’ispirazione. Quello che mi sento di suggerire, da un punto di vista generale, è questo: normalmente il magazzino è la prima area visitata durante il tour dell’azienda.
Bisogna stare attenti a non passare tutta la mattina in magazzino (salvo motivi molto validi).
Quando si è mentalmente freschi si tende ad osservare tutto e a fare domande su tutto.

Poi si guarda l’orologio e ci si spaventa pensando a quanto ancora manca da vedere… 

Le cGMP nel laboratorio QC microbiologico -parte 1

Sconto del 15% per iscrizioni anticipate
(entro 30 giorni dalla data dell’evento)
Sconto del 20% dal secondo iscritto della medesima azienda

A chi si rivolge

Il seminario si rivolge agli operatori e ai responsabili del Laboratorio Controllo Qualità microbiologico, che si occupano di eseguire e supervisionare le attività di analisi e al personale di QA chiamato a eseguire gli audit e valutarne i risultati.

Programma

Il corso illustrerà le modalità di attuazione delle normative relative alle principali e quotidiane attività svolte nel Laboratorio di microbiologia. 

Dopo un richiamo ai requisiti EU GMP e un aggiornamento sulle ultime novità, saranno approfonditi gli aspetti più rilevanti della gestione del Lab QC microbiologico, dei monitoraggi ambientali e della WFI.

I partecipanti acquisteranno strumenti indispensabili per garantire la qualità delle analisi e un’efficace applicazione delle GMP.
L’incontro sarà un occasione di discussione delle maggiori problematiche legate alle attività del Lab. QC microbiologico.​

Si ricorda che le iscrizioni chiudono 7 giorni lavorativi prima dell’evento

Principali argomenti in agenda

  • Presentazione del Docente e introduzione al corso​
  • Il personale​
  • Locali e attrezzature ​
  • Monitoraggio ambientale​
  • Monitoraggio dell’acqua WFI​
  • Gestione ceppi batterici/identificazioni​
  • Test di sterilità-LaL test-carica microbica​
  • Disinfettanti​
  • Documentazione​
  • Domande e risposte​
  • Questionario di verifica dell’evento formativo​

POLICY DI CANCELLAZIONE
Non è possibile annullare gratuitamente la propria iscrizione dopo il ricevimento della email di CONFERMA dell’evento. Trascorso tale termine, sarà addebitata l’intera quota di iscrizione.
L’eventuale disdetta di partecipazione dovrà essere comunicata in forma scritta.
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Audit al Laboratorio QC microbiologico

Sconto del 15% per iscrizioni anticipate
(entro 30 giorni dalla data dell’evento)
Sconto del 20% dal secondo iscritto della medesima azienda

A chi si rivolge

Il seminario si rivolge agli operatori e ai responsabili del Laboratorio Controllo Qualità microbiologico che si occupano di eseguire e supervisionare le attività di analisi garantendo la qualità dei risultati. Il corso sarà interessante anche per il personale di QA chiamato a eseguire gli audit e valutarne i risultati.

Programma

Considerata la molteplicità degli aspetti che rientrano nelle attività di un laboratorio microbiologico, il bagaglio di conoscenze richieste all’auditor è particolarmente ampio e deve comprendere sia conoscenze tecniche specifiche sia competenze regolatorie.

La giornata prenderà in esame gli aspetti e le attività più rilevanti della gestione del Laboratorio CQ microbiologico, dei monitoraggi ambientali e delle WFI ponendo in evidenza gli aspetti di maggiore criticità da considerare durante le visite ispettive.

Le raccomandazioni e i consigli pratici che il docente fornirà rendono questo incontro un momento di formazione irrinunciabile e stimolante che fornirà ai partecipanti tutti gli strumenti indispensabili per condurre un audit accurato o per prepararsi efficacemente ad una ispezione.

Obiettivi

  • Svolgere una verifica che metta in evidenza carenze e punti di forza
  • Affrontare le ispezioni con la giusta consapevolezza
  • Familiarizzare con il processo ispettivo per garantire la qualità e la compliance alle normative anche nel Lab QC micro

Principali argomenti in agenda

  • Requisiti GMP e aggiornamenti normativi
  • A spasso nel lab con l’ispettore:
    • ricevimento e gestione dei campioni del personale
    • i locali e le strutture del laboratorio CQ di Microbiologia
    • le attrezzature ed gli strumenti
    • gestione dei ceppi nutritivi e batterici
    • gestione disinfettanti e sanitizzanti
  • I piani di monitoraggio ambientali e delle acque
  • La documentazione GMP del laboratorio
    • organizzazione e conservazione
    • documentazione GMP delle analisi
  • Change Control nel laboratorio CQ
  • Gestione di deviazioni e OOS

Si ricorda che le iscrizioni chiudono 7 giorni lavorativi prima dell’evento


POLICY DI CANCELLAZIONE
Non è possibile annullare gratuitamente la propria iscrizione dopo il ricevimento della email di CONFERMA dell’evento. Trascorso tale termine, sarà addebitata l’intera quota di iscrizione.
L’eventuale disdetta di partecipazione dovrà essere comunicata in forma scritta.
In qualsiasi momento sarà possibile sostituire il nominativo dell’iscritto con altro nominativo purchè questo venga comunicato via posta elettronica almeno 1 giorno prima della data dell’evento.